martedì 8 gennaio 2013

Recupero dati hard disk...per saperne di più


Per comprendere meglio come si realizza il recupero dati hard disk, é importante prima di tutto conoscere quali sono i diversi tipi di hard disk, i suoi componenti ed i principali fabbricanti di tali dispositivi.
Un hard disk è un dispositivo composto da una o varie piastre rigide, generalmente di alluminio o vetro ceramico, di forma circolare, ricoperte da un materiale sensibile alle alterazioni magnetiche che consente la memorizzazione dei dati. Queste piastre o piatti, il cui numero varia secondo la capacità dell’unità, sono collocate una sopra l’altra, attraversate da un asse e ruotano a velocità costante. Questo valore viene espresso nelle specificazioni dei dischi in Rivoluzioni Per Minuto (rpm).
Il motore del disco si incarica di imprimere questo movimento di rotazione. Per accedere ai dati registrati nei piatti, l’ hard disk dispone di una minuta testina su ciascuna superficie del piatto che immagazzina le informazioni. Questa testina viene mantenuta nell’aria mediante un flexstor che impedisce alla testina di entrare in contatto con la superficie del piatto. Il flexstor è fissato ad un assemblaggio di alluminio denominato E-Block attraversato da un asse perpendicolare sul quale ruota. La posizione di rotazione viene controllata mediante l’azione delle Bobine dell’E-Block e della calamita che lo ricopre.
Ogni testina può leggere i dati immagazzinati nei piatti perché è in grado di rilevare la polarità delle particelle magnetiche presenti sulla loro superficie, è inoltre capace di scrivere perché è dotata di una ulteriore bobina di scrittura capace di generare un campo magnetico di polarità reversibile capace di alterare le proprietà magnetiche del piatto che, in funzione dell’orientazione di queste particelle, saranno rappresentate da 0 o 1.
Gli hard disk devono essere sigillati per evitare l’entrata di particelle che possano interferire nella distanza minima che esiste tra le testine ed i piatti. Per questo stesso motivo, il recupero degli hard disk, nel caso in cui si renda necessaria la loro apertura, può essere realizzato solamente da imprese che possiedano camere bianche Classe 100, in grado di garantire un ambiente libero da particelle.
Rispetto alla composizione logica degli hard disk, la superficie dei piatti è divisa in una serie di anelli concentrici, denominati tracce, a loro volta divisi in tratti che presentano la stessa longitudine, chiamati settori: normalmente ciascun settore possiede 512 byte. D’altra parte, troviamo un cilindro che descrive un percorso tra tutte le tracce equidistanti dall’asse situate in piatti differenti. Infine, i settori possono essere raggruppati in cluster o unità di assegnazione.
Possiamo stabilire una divisione in funzione del tipo di apparato in cui si trova l’ hard disk, la cui principale differenza risiede nelle dimensioni del dispositivo. In base a questo criterio possiamo distinguere:
  • Hard disk per desktop: Sono i più grandi 3,5″ ed i più utilizzati in generale. La loro capacità di immagazzinamento viene costantemente aumentata e supera già i 300 GB.
  • Hard disk per Computer Portatili: Sono gli hard disk utilizzati nei computer portatili, i 2,5″ uniscono alle ridotte dimensioni una grande capacità di immagazzinamento dati.
  • Microdrives: si tratta di hard disk di dimensioni molto ridotte, 1″, che sono in grado di assicurare una grande efficacia ed affidabilità ad un basso consumo di energia in un pacchetto fisico compatto. La loro capacità varia dai 340 MB fino ai 4 GB degli ultimi modelli e possono essere utilizzati in fotocamere digitali, PDA, riproduttori audio…
  • Sistemi Raid: (Redundant Arrays of Inexpensive Disks): Sono un insieme di hard disk, normalmente di 3,5″, disposti in modo tale da consentire il raggiungimento di almeno uno dei seguenti obiettivi: maggiore capacità di immagazzinamento, ridondanza dei dati (che consente un più agevole ripristino dei dati in caso di malfunzionamento di uno dei dischi), maggiore velocità di accesso. In funzione della loro configurazione si denominano Raid 0 – Raid 5.
Gli hard disk possono essere classificati anche in base alla loro interfaccia. Si intende per interfaccia la connessione fisica e funzionale tra apparati o sistemi indipendenti. Nel nostro caso i dischi interagiscono con l’apparato al quale sono connessi attraverso diversi sistemi. Utilizzare uno o un altro dipenderà dall’applicazione alla quale il disco è destinato. Vi sono due grandi standard che normalizzano le interfacce dei dischi: lo standard ATA (http://www.t13.org) e lo Standard SCSI (http://www.t10.org).
Basati su queste normative, si sono sviluppati due nuovi standard che sostituiscono la trasmissione parallela con la seriale, SerialATA (http://www.serialata.org) e Serial Attached SCSI (htpp://www.scsita.org).
  • HARD DISK IDE/EIDE: In questo insieme ingloberemo tutti i dispositivi che utilizzano lo Standard ATA per comunicarsi col sistema che li gestisce. È il più usato nei comuni PC, perché presenta una relazione prestazione/prezzo molto equilibrata.La specificazione ATA, quando il cavo parallelo ha raggiunto il suo massimo limite fisico, è stata migliorata, incrementando le sue prestazioni e la velocità di trasferimento di dati, dando luogo al Serial ATA.
  • HARD DISK SCSI: Acronimo di Small Computer Systems Interface. La tecnologia SCSI (o le tecnologie, visto che esiste un gran numero di varianti al rispetto) offre un tasso di trasferimento dati tra il computer e l’ hard disk SCSI elevatissimo.Lo standard SCSI contempla vari tipi di connettori: i SCSI a 8 bit ammettono un massimo di 7 dispositivi e normalmente usano cavi a 50 pin, mentre i SCSI a 16 bit o Wide, possono ammettere fino a 15 dispositivi ed usano cavi a 68 pin. La denominazione “SCSI-3″ viene utilizzata in modo ambiguo, generalmente ci si riferisce al tipo Ultra SCSI ad 8 bit, ma in alcuni casi viene usata anche per gli Ultra SCSI a 16 bit, o” UltraWide SCSI”, ed Ultra-2.
    I dispositivi SCSI sono più costosi degli equivalenti con interfaccia ATA ed inoltre spesso richiedono una scheda controller SCSI perché solamente le placche base più avanzate e di marca sono dotate di un controller SCSI integrato.

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