lunedì 21 gennaio 2013

Nastri magnetici


I nastri magnetici sono un supporto ampiamente utilizzato per eseguire le copie di backup dei dati presenti nei dischi fissi dei computer, nelle unità RAID dei server o nei dispositivi di storage esterni.
Nel corso degli ultimi decenni sono stati prodotti diversi tipi di nastri magnetici, di formato e capacità differente. Alcuni di questi formati sono divenuti degli standard, e sono ancora oggi utilizzati, sia pure con capacità di archiviazioni dei dati notevolmente più grandi rispetto al momento della loro prima introduzione.
Generalmente un valido schema di backup prevede l’utilizzo di più supporti, con la rotazione e la sostituzione periodica degli stessi, in modo da disporre di più copie qualora si debba effettuare il ripristino dei dati.
Non è però remota la possibilità che, per i motivi più disparati, a seguito di una perdita di dati del disco fisso, o quando si devono ripristinare dati da uno o più nastri magnetici, ci si possa ritrovare con dei supporti illeggibili.
Infatti l’affidabilità di questi supporti dipende da molti fattori, tra cui:
  • Grado di usura
  • Modalità di conservazione
  • Anzianità del nastro
  • Qualità dei materiali utilizzati per la produzione
  • Data di scrittura dei dati
Le cause che hanno come conseguenza la perdita di dati da nastro magnetico, si dividono in:
Logiche
Quando il nastro è perfettamente conservato ed utilizzabile, ma i dati non sono più accessibili, a seguito di:
  • Errori avvenuti in fase di scrittura dei dati
  • Errori umani (formattazioni o sovrascritture accidentali)
  • Mancanza di indicazioni relative al software di backup utilizzato
Fisiche
Quando il nastro non è leggibile, o ha subito danni dovuti a fattori esterni, quali:
  • Rotture o stiramenti di parte del nastro
  • Danni dovuti ad agenti esterni (incendio o allagamento)
  • Scrittura effettuata con unità non perfettamente funzionanti
  • Tentativo di ripristino effettuato con unità non funzionanti o danneggiate
  • Cattiva conservazione (umidità, polvere, esposizione a luce solare, fonti di calore o intensi campi magnetici)
  • Rottura della cassetta
  • Danneggiamenti dolosi o sabotaggi

Come scegliere l' azienda giusta?


Oggi il Nostro post è particolare…Proveremo ad aiutarvi nella scelta dell’ azienda a cui inviare il supporto danneggiato.
Oggi sul mercato esistono molte aziende che vengono classificate, o meglio, “si classificano” come società di recupero dati professionale. Come potete immaginare…..non è tutto oro quel che luccica! Succede molto spesso che alcuni clienti arrivino presso la Nostra azienda dopo essersi affidati a società trovate sul web che, più che recuperare i dati hanno manomesso i supporti con pratiche poco professionali, o inviato i supporti chissà dove, o ancora, asserito di aver trattato il supporto in camera bianca, quando di questa non vi era neanche l’ ombra, o, visto che al peggio non vi è mai fine, effettuato diagnosi a pagamento, per cifre non proprio basse.

Questo accade spesso perché si è catturati da un prezzo “invitante”. E quanto volte sentiamo “Qualcuno esegue lo stesso lavoro alla metà del Vostro prezzo“. Inutile dire che, come in ogni settore, bisogno diffidare di prezzi troppo bassi, e di quelli troppo alti certamente. Facendo una ricerca sul web sulle maggiori aziende di recupero dati, possiamo notare come i prezzi di recupero dati  professionale non sono certo bassi, ma seguono per lo più un “prezzo guida” (per così dire), che le accomuna.
Insomma, è importante ricercare con attenzione l’ azienda a cui affidare il recupero  dei  Nostri preziosi dati; questo può avvenire certamente con una ricerca nel web prima di tutto, o tramite il passaparola che sicuramente è più autentico. Importante è anche reperire dal sito della società questioni su cui focalizzare l’ attenzione, come l’ esposizione dei marchi dei clienti che vi si affidano, che sicuramente è da ritenersi sintomo di professionalità e cura.

venerdì 18 gennaio 2013

Quando l' hard disk non si avvia


Molto spesso capita che i Nostri Clienti esordiscono in questo modo “Ho bisogno di recuperare i dati dal mio hard disk che non si avvia più”.
Questa situazione è molto frequente, e può essere dipesa da cause differenti.
Una di queste è che l’ unità possa avere dei settori dell’ area magnetica danneggiati, o che possono essere danneggiati alcune parti di files, o, ancora, che alcune parti di files system siano corrotte o danneggiate e dunque il sistema operativo non riesce ad avviarsi.
Se invece sentite provenire dall’ hard disk rumori anomali, come ticchettio o ronzio, questi sono da considerarsi indicativi per un danneggiamento meccanico dell’ hard disk; il ticchettio 
testine
indica un problema al gruppo testine, mentre il ronzio potrebbe far pensare al motore.

E’ importante, come sempre, tenere bene in mente che occorre evitare qualsiasi intervento, e tentativo di rimessa in funzione, che non farebbe altro che causare altri traumi all’ unità e compromettere la percentuale di successo del recupero dati.

mercoledì 16 gennaio 2013

Un caso particolare...hard disk criptato

Un hard disk può non essere accessibile anche per cause che vanno oltre il danneggiamento o la corruzione.
Esistono alcuni hard disk che hanno un sistema di codifica dei files all' interno, che può essere sia una caratteristica dell' hard disk stesso, dunque una codifica prevista ad esempio dal box che lo contiene, oppure può essere deciso dall' utente che vuole proteggere i Suoi preziosi files da occhi indiscreti... In quest' ultimo caso l' utente sceglierà dei software in commercio che gestiscono la codifica dei dati.
Cosa significa "criptare un hard disk"? La risposta è semplice. Un algoritmo particolare "nasconde" per così dire il contenuto a tutti, tranne a chi ha la password o chi conosce l' algoritmo.
Cosa succede se non sono in possesso della password e devo accedere ai files?
Il caso del disco criptato è molto particolare, perché spesso nasconde una situazione di indagine su un disco "incriminato" o sotto processo ad esempio, che qualcuno ha provveduto a criptare proprio per nasconderne il contenuto.
Cosa faranno i Nostri tecnici per il recupero dati?
Anzitutto si studia il possibile algoritmo che cripta l' hard disk, che come potete immaginare, è un lavoro a dir poco incredibile, e del più alto grado di studio.

Ad ogni modo, la nostra azienda di recupero dati, con un sistema di decriptaggio di altissimo livello, riesce a decodificare i files e tornare a visualizzare il contenuto..

In questi termini sembra un gioco da ragazzi...ma non lo é assolutamente! Pensate che un' unità disco criptata, dunque protetta, é uno dei massimi impegni al livello di impiego di risorse e studio del recupero dati.

Nuvola di dati per una LAN domestica


I sistemi NAS Network Attached Storage) sono dischi di rete particolarmente adatti per l’ archiviazione di files in casa, perché dotati di interfacce semplici e multimedialità.
Qui possiamo salvare qualsiasi tipologia di files, documenti, foto, video, compilation musicali, e fare in modo che questi archivi siano reperibili da qualsiasi postazione collegata alla LAN.
nas
I files salvati sul NAS sono più al sicuro, l’ accesso è più immediato, e lo spazio a disposizione è molto ampio, o ad esempio, possiamo scaricare files da Emule senza lasciare il Pc acceso; possiamo condividere una stampante, a tanto altro.
Inoltre i dischi di rete hanno un vero e proprio sistema operativo che ci permette di installare e utilizzare altri pacchetti con cui svolgere ulteriori attività.

Come è fatto un hard disk?


Tutti i computer di oggi, o addirittura i videoregistratori e le telecamere archiviano i dati su hard disk, di varie capacità e prestazioni.
L’ hard disk è un supporto di archiviazione di massa su cui è possibile memorizzare files di ogni tipo ed estensione, e accedervi in una frazione di secondo.

Entriamo nel vivo della questione..come è fatto dentro un hard disk?
Il modo più efficace per scoprirlo è quello di aprirlo (è altamente consigliato aprire un hard disk che non userete più visto che l’ apertura, se non effettuata da professionisti nell’ apposita camera sterile, la “Clean Room“, lo renderebbe inutilizzabile).
“Aprire un hard disk” implica un’ operazione molto semplice, ovvero quella di togliere le viti che fermano il coperchio dove è attaccata l’ etichetta con le caratteristiche del disco.
Una volta alzato il coperchio appunto, ciò che troveremo di fronte ai nostri occhi sarà un oggetto che ci ricorderà vagamente uno di quei vecchi giradischi con il braccetto che girava sul 45 giri. Vedremo quindi dei piatti, uno sopra l’ altro, con un braccetto appunto, alla cui estremità troveremo una testina. Il piatto superiore, dunque il primo che appare ai Nostri occhi è magnetico, ed è qui che che alloggiano i dati. La testina fluttua alla distanza di un velo d’ aria dai piatti, senza mai toccarli.
La registrazione dei dati avviene su cilindri, tracce e settori, rispettivamente “clusters”, “tracks” e “sectors”. Il sistema attraverso cui i dati vengono scritti sul disco è detto “file system”; il file system varia in base al sistema operativo. Ad esempio F.A.T 32 bit per windows 95 Release B e le successive versioni; F.A.T. 12/16 bit per il vecchio MS-Dos; NTFS per Windows NT.

lunedì 14 gennaio 2013

Server Qnap


Il TS-119P+ è un Turbo NAS con un solo alloggiamento di nuova generazione della QNAP con iSCSI, progettato specificatamente per piccole imprese e utenti individuali che hanno la necessità di disporre di un grande centro di archiviazione, di backup e per condividere di migliaia di file oppure per espandere la capacità di archiviazione. Il NAS è dotato di una nuova e potente CPU incorporata da 1.6 GHz e di una memoria pari a 512MB DDRIII, supporta dischi rigidi SATA da 2.5″ o 3.5″ e fornisce una prestazione ad altissima velocità pur mantenendo i consumi energetici estremamente bassi.
Con un brillante design alla moda, il TS-119P+ si trova al vertice dell’attuale mercato delle piccole imprese e dei NAS per uso domestico grazie alle strabilianti specifiche, alla semplicità dell’installazione e alla possibilità di scambiare i vassoi, alla elevata affidabilità e alle numerose applicazioni software, tutto in un solo dispositivo. È un mini server di storage affidabile, efficiente e conveniente, che può essere facilmente impiegato in vari ambienti di applicazione.
Performance Superiore con ricche caratteristiche per il business
Il TS-119P+ fornisce inoltre servizio di portabilità attraverso Windows, Mac, Linux e UNIX. Vengono fornite anche funzioni migliorate esclusive, es. sevizio di target incorporato, bloccaggio non autorizzato IP policy-based, avviso istantaneo di SMS, spegnimento/accensione programmati e due telecamere IP per la sorveglianza di rete.
Portare al massimo il divertimento del proprio centro multimediale domestico
Il media server UPnP incorporato (con abilitato TwonkyMedia) del Turbo NAS supporta un’ampia gamma di riproduttori multimediali, come ad esempio: le console di gioco Sony PS3 e Microsoft Xbox 360 e funziona bene con riproduttori media digitali NFS-supportati ad alta Definizione (HD) per il video streaming.  Inoltre, la stazione di download PC-less ad alta velocità, con l’ineguagliabile utility QGet, consente di gestire le operazioni di downloading BT/ FTP/ HTTP a distanza sulla rete locale o su Internet.

giovedì 10 gennaio 2013

L' era del 2.5"


Facendo una cernita di ciò che arriva maggiormente presso il Nostro Laboratorio di recupero dati, non possiamo non notare, come negli ultimi tempi, siano aumentati in maniera esponenziale gli hard disk
da 2.5″ (per intenderci quelli da pc portatile o solitamente inseriti all’ interno di box di design ultrasottili). Certamente la tecnologia deve stare al passo con i tempi che corrono, e la praticità, nonché la piccola misura di questi hard disk li rendono molto versatili rispetto a quello da 3.5″. 

Tutte le case produttrici, quindi Western DigitalSeagateToshibaHitachi, Fujitsu, ecc.. stanno sperimentando queste misure che sembrano andare a ruba.

Negli ultimi tempo assistiamo ad una vera e propria competizione in termini di capacità, perché anche questi piccoli supporti (piccoli in termini di misura) hanno le stesse capacità di quelli di più grande misura.

mercoledì 9 gennaio 2013

A grande richiesta..recupero files da cellulari!


Vista la grande richiesta, parliamo ancora di recupero dati da cellulari e sim card.
Sono tante le situazioni o le motivazioni per cui i Nostri Clienti ci chiedono di rintracciare dati cancellati dai cellulari funzionanti, o estrarre files da telefoni non più operativi, o ancora estrarre chiamate o sms da sim card oggetto di indagini particolari.
Nel caso in cui l' apparecchio non fosse funzionante, questo sarà sottoposto a particolari operazione che lo renderanno accessibile in termini di estrazione dati.
Ognuna di queste implica l' analisi del telefono in Laboratorio, con uno speciale macchinario di ultimissima generazione che è in grado di interfacciarsi con un altissimo numero di modelli.
Ciò che questa macchina permette di recuperare sono la stragrande maggioranza dei files cancellati di ogni tipo (sms, rubrica, audio, video, foto, ecc..), o di accedere alle Sim card anche se protette da pin o smagnetizzate, supportato da specialisti del recupero dati nel settore della telefonia.


martedì 8 gennaio 2013

Avete mai sentito parlare di QServe?


Il sistema QServe nasce da un progetto di professionisti del recupero dati, che hanno pensato al primo sistema RaidSense  con garanzia di recupero dati.

Qserve è un sistema NAS di nuova generazione con capacità da 1TB fino a 14TB con Raid integrato di tipo 1 e 5.

Il sistema garantisce la rilevazione istantanea di eventuali guasti all’interno del sistema a ridondanza dati consentendo l’immediato intervento ed il recupero dei dati.
QServe  è compatibile con qualsiasi sistema operativo Microsoft, Macintosh, Linux, Unix.
Può essere integrato in una qualsiasi rete aziendale facilmente e senza alcun supporto tecnico.
Qserve può essere montato su rack standard da 19″ oppure installato come periferica indipendente nella rete esistente.

E’ disponibile una vasta gamma di accessori opzionali come armadi Rack, Open frame, UPS, etc.

QServe fornisce i seguenti servizi:

  • supporto tecnico gratuito
  • telemetria a tempo reale gratuita del sistema
  • recupero dei dati gratuito in caso di crash.

Recupero dati hard disk...per saperne di più


Per comprendere meglio come si realizza il recupero dati hard disk, é importante prima di tutto conoscere quali sono i diversi tipi di hard disk, i suoi componenti ed i principali fabbricanti di tali dispositivi.
Un hard disk è un dispositivo composto da una o varie piastre rigide, generalmente di alluminio o vetro ceramico, di forma circolare, ricoperte da un materiale sensibile alle alterazioni magnetiche che consente la memorizzazione dei dati. Queste piastre o piatti, il cui numero varia secondo la capacità dell’unità, sono collocate una sopra l’altra, attraversate da un asse e ruotano a velocità costante. Questo valore viene espresso nelle specificazioni dei dischi in Rivoluzioni Per Minuto (rpm).
Il motore del disco si incarica di imprimere questo movimento di rotazione. Per accedere ai dati registrati nei piatti, l’ hard disk dispone di una minuta testina su ciascuna superficie del piatto che immagazzina le informazioni. Questa testina viene mantenuta nell’aria mediante un flexstor che impedisce alla testina di entrare in contatto con la superficie del piatto. Il flexstor è fissato ad un assemblaggio di alluminio denominato E-Block attraversato da un asse perpendicolare sul quale ruota. La posizione di rotazione viene controllata mediante l’azione delle Bobine dell’E-Block e della calamita che lo ricopre.
Ogni testina può leggere i dati immagazzinati nei piatti perché è in grado di rilevare la polarità delle particelle magnetiche presenti sulla loro superficie, è inoltre capace di scrivere perché è dotata di una ulteriore bobina di scrittura capace di generare un campo magnetico di polarità reversibile capace di alterare le proprietà magnetiche del piatto che, in funzione dell’orientazione di queste particelle, saranno rappresentate da 0 o 1.
Gli hard disk devono essere sigillati per evitare l’entrata di particelle che possano interferire nella distanza minima che esiste tra le testine ed i piatti. Per questo stesso motivo, il recupero degli hard disk, nel caso in cui si renda necessaria la loro apertura, può essere realizzato solamente da imprese che possiedano camere bianche Classe 100, in grado di garantire un ambiente libero da particelle.
Rispetto alla composizione logica degli hard disk, la superficie dei piatti è divisa in una serie di anelli concentrici, denominati tracce, a loro volta divisi in tratti che presentano la stessa longitudine, chiamati settori: normalmente ciascun settore possiede 512 byte. D’altra parte, troviamo un cilindro che descrive un percorso tra tutte le tracce equidistanti dall’asse situate in piatti differenti. Infine, i settori possono essere raggruppati in cluster o unità di assegnazione.
Possiamo stabilire una divisione in funzione del tipo di apparato in cui si trova l’ hard disk, la cui principale differenza risiede nelle dimensioni del dispositivo. In base a questo criterio possiamo distinguere:
  • Hard disk per desktop: Sono i più grandi 3,5″ ed i più utilizzati in generale. La loro capacità di immagazzinamento viene costantemente aumentata e supera già i 300 GB.
  • Hard disk per Computer Portatili: Sono gli hard disk utilizzati nei computer portatili, i 2,5″ uniscono alle ridotte dimensioni una grande capacità di immagazzinamento dati.
  • Microdrives: si tratta di hard disk di dimensioni molto ridotte, 1″, che sono in grado di assicurare una grande efficacia ed affidabilità ad un basso consumo di energia in un pacchetto fisico compatto. La loro capacità varia dai 340 MB fino ai 4 GB degli ultimi modelli e possono essere utilizzati in fotocamere digitali, PDA, riproduttori audio…
  • Sistemi Raid: (Redundant Arrays of Inexpensive Disks): Sono un insieme di hard disk, normalmente di 3,5″, disposti in modo tale da consentire il raggiungimento di almeno uno dei seguenti obiettivi: maggiore capacità di immagazzinamento, ridondanza dei dati (che consente un più agevole ripristino dei dati in caso di malfunzionamento di uno dei dischi), maggiore velocità di accesso. In funzione della loro configurazione si denominano Raid 0 – Raid 5.
Gli hard disk possono essere classificati anche in base alla loro interfaccia. Si intende per interfaccia la connessione fisica e funzionale tra apparati o sistemi indipendenti. Nel nostro caso i dischi interagiscono con l’apparato al quale sono connessi attraverso diversi sistemi. Utilizzare uno o un altro dipenderà dall’applicazione alla quale il disco è destinato. Vi sono due grandi standard che normalizzano le interfacce dei dischi: lo standard ATA (http://www.t13.org) e lo Standard SCSI (http://www.t10.org).
Basati su queste normative, si sono sviluppati due nuovi standard che sostituiscono la trasmissione parallela con la seriale, SerialATA (http://www.serialata.org) e Serial Attached SCSI (htpp://www.scsita.org).
  • HARD DISK IDE/EIDE: In questo insieme ingloberemo tutti i dispositivi che utilizzano lo Standard ATA per comunicarsi col sistema che li gestisce. È il più usato nei comuni PC, perché presenta una relazione prestazione/prezzo molto equilibrata.La specificazione ATA, quando il cavo parallelo ha raggiunto il suo massimo limite fisico, è stata migliorata, incrementando le sue prestazioni e la velocità di trasferimento di dati, dando luogo al Serial ATA.
  • HARD DISK SCSI: Acronimo di Small Computer Systems Interface. La tecnologia SCSI (o le tecnologie, visto che esiste un gran numero di varianti al rispetto) offre un tasso di trasferimento dati tra il computer e l’ hard disk SCSI elevatissimo.Lo standard SCSI contempla vari tipi di connettori: i SCSI a 8 bit ammettono un massimo di 7 dispositivi e normalmente usano cavi a 50 pin, mentre i SCSI a 16 bit o Wide, possono ammettere fino a 15 dispositivi ed usano cavi a 68 pin. La denominazione “SCSI-3″ viene utilizzata in modo ambiguo, generalmente ci si riferisce al tipo Ultra SCSI ad 8 bit, ma in alcuni casi viene usata anche per gli Ultra SCSI a 16 bit, o” UltraWide SCSI”, ed Ultra-2.
    I dispositivi SCSI sono più costosi degli equivalenti con interfaccia ATA ed inoltre spesso richiedono una scheda controller SCSI perché solamente le placche base più avanzate e di marca sono dotate di un controller SCSI integrato.

lunedì 7 gennaio 2013

Hard disk caduto in acqua

Cosa accade quando un hard disk cade in acqua? Questa è una di quelle situazioni più frequenti di quanto immaginiamo. Fattore determinante è il tipo di acqua in cui cade il nostro hard disk: nella nostra lunga esperienza abbiamo constatato che se questa è quella “pulita” di un lavandino, o di una vasca, dunque quella dolce, sembra causare meno problemi, o meglio, danneggiamento leggermente meno gravi di quella salata, o addirittura sporca. Il motivo è semplice: il tecnico che si occuperà della pulizia dell’ unità avrà a che fare anche con fango, detriti, alghe, e quant’ altro concorre certamente a non facilitare la situazione.
Altro fattore che può fare la differenza è quello dello stato del disco al momento del cosidetto “tuffo” in acqua. Se questo si trovava in uno stato di operatività (dunque era acceso)oltre alle corruzioni tipiche dell’ elettronica che si brucia e del gruppo testine che si blocca con l’ impatto con l’ acqua, avremo a che fare anche con la corruzione causata dal corto circuito, che va maggiormente ad interessare l’ area dell’ elettronica.
Al contrario, se l’ hard disk cade in acqua da spento, avremo sicuramente un’ ossidazione della superficie (non esente neanche il disco caduto in acqua da acceso).
In entrambi i casi la prima azione del Nostro tecnico sarà quella di procedere con la pulizia (decontaminazione) del disco in Clean Room, e successivamente alla sostituzione delle componenti del disco, dunque elettronica, gruppo testine e motore.

Solo dopo aver accurato queste operazioni indispensabili, la nostra azienda potrà provvedere al recupero dati.

venerdì 4 gennaio 2013

Sostituzione del disco in garanzia o recupero dati?



Spesso accade che hard disk con soli pochi mesi di vita, improvvisamente si bloccano, o non vengano più riconosciuti dal sistema.
In realtà qualcosa è caduto, diciamo che non è proprio così improvviso; o, per meglio dire, può esserci stato uno sbalzo di corrente anche  minimo, o ancora l’ ordinario utilizzo che potrebbe usurare le testine, o ancora può danneggiarsi il controller a bordo del disco stesso (molto spesso, in realta, sono andati perduti alcuni parametri identificativi del disco che possono essere riscritti in una flash ma le utility non vengono rilasciate al pubblico). Insomma sono molte le motivazioni per cui il nostro disco non accede più ai nostri dati….e sicuramente….abbiamo bisogno di recuperarli!
Anzitutto verificate che il vostro disco non sia più in garanzia, perché qualsiasi intervento ( anche la sostituzione dell’ elettronica) fa decadere quest’ ultima.
La questione è: perdo la garanzia o tento di recuperare i dati?
Un’ azienda di recupero dati al livello professionale, può comunque rilasciare una dichiarazione che giustifica l’ intervento sull’ unità, e questa permette di usufruire comunque della garanzia: la maggior parte della case produttrici infatti accettano la sostituzione su dichiarazione ufficiale dell’ azienda di recupero dati.

giovedì 3 gennaio 2013

Aiuto! Ho eliminato la mia posta elettronica!


Spesso, inavvertitamente, si cancellano messaggi di posta elettronica, che poi si rivelano  necessari, se non indispensabili…niente panico…
Solitamente dopo una cancellazione accidentale di questo genere, è possibile riuscire nel recupero dei messaggi.
Per prima cosa occorre verificare se questi non siano nella cartelle della Posta Eliminata prevista dai vari gestionali; questa funziona in modo analogo al Cestino di Windows, ed è possibile ripristinare le mail cancellate, semplicemente trascinandole nella casella email.

Altro tentativo è quello di verificare se il Server di posta elettronica prevede un backup dei Vostri dati che restano dunque rintracciabili dal server gestionale.
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Se così non fosse, quindi nel caso in cui ad esempio sia stata eliminata anche questa cartella, non resta che evitare qualsiasi ulteriore utilizzo del Pc, quindi dell’ unità disco, e rivolgersi ad un’ azienda di recupero dati professionale.
Questa sottoporrà il supporto a speciali e delicatissime operazioni, che accureranno la ricerca della posta cancellata.
Affidatevi ai professionisti, evitate qualsiasi iniziativa che potrebbe causare sovrascrittura e causare la perdita definitiva dei dati, o provocare un recupero parziale di essi.

mercoledì 2 gennaio 2013

SSD o PENDRIVE USB? Quale scegliere?


Abbiamo parlato in un post precedente dei supporti SSD, e riteniamo utile pubblicare la domanda di uno dei Nostri Clienti:
"Si rende spesso di questi supporti SSD che rendono molto più veloce il Pc , ma io mi chiedevo se fosse possibile sfruttare delle chiavette USB che abbiano capacità simili agli SSD per ottenere risultati simili; il motivo della mia domanda è semplice: la sostanziale differenza di costo tra le due tipologie di memoria."
Domanda lecita visto il costo degli SSD, di gran lunga superiore a quello di un pendrive con il più ampio livello di memoria. 
Le memorie utilizzate sugli SSD e quelle utilizzate sui PENDRIVE sono estremamente simili, quindi da questo punto di vista non esistono gravi impedimenti per utilizzare l' uno o l' altro supporto. Un SSD, però, ha un' elettronica diversa e molto più raffinata rispetto a quella di una chiavetta USB. La differenza è soprattutto nel modo in cui vengono salvati i dati all' interno dell' SSD, seguendo algoritmi che ottimizzano l' utilizzo delle celle di memoria. Inoltre, l' elettronica di un SSD di solito prevede una serie di ottimizzazioni specifiche che una chiavetta USB non ha. Non bisogna sottovalutare il fatto che un collegamento SATA è molto più veloce rispetto ad un collegamento USB 2.0  e ha qualche vantaggio, seppur minimo, anche rispetto all' USB 3.0 
Windows in ogni caso può utilizzare una chiavetta USB per velocizzare l' esecuzione dei programmi sfruttando la tecnologia ReadyBoost, che permette di utilizzare una qualunque chiavetta USB come estensione delle memoria RAM. 
In termini di recupero dati risulta, in linea di massima, più praticabile in termini di complessità del lavoro, se così si può dire, il tentativo di recupero dati praticato su un pendrive piuttosto che sul supporto SSD. La motivazione, in termini semplici, risiede nell' organizzazione della memoria: un supporto pendrive USB  ha un numero di chip da lavorare  nettamente inferiore a quello dell' SSD.